2022/2023 News Serie A1 — 07 giugno 2023

Ha giocato quest’anno la sua sesta stagione in biancorosso, dove è arrivato giovanissimo, ma pur già con una certa esperienza, in prestito dal Padova nell’estate del 2017 e in questi anni è diventato a tutti gli effetti il numero 1, anche se sulla maglia porta il numero 39.

Stiamo parlando di Michele Frigo, classe 1999, portiere, cresciuto nelle giovanili del Padova, esordio nella massima serie a 17 anni e già una bella carriera e tanti successi ed esperienze di club e in nazionale.  Nei primi anni ha fatto da secondo portiere ad Andrea Alberti, con cui ha sempre avuto un grande rapporto di stima e di amicizia, e poi si è conquistato il “posto”  grazie al suo grande talento, ma anche grazie alla sua  affidabilità, alla sua umiltà e professionalità. Un veterano, ma giovane se pensiamo che compirà 24 anni a fine mese, il 28 giugno per l’esattezza, ma da tanti anni sulla cresta dell’onda che ti sembra quasi strano sia così giovane. Quest’anno con i Diavoli è stato ancora una volta grande protagonista, anche nella fase dei play off, coronati con la vittoria dello scudetto a Milano, in gara 4, dimostrando oltre alle sue qualità una grande maturità.
“Una soddisfazione grande dopo la stagione che è stata e le delusioni per non aver raggiunto i primi due obiettivi di Supercoppa e Coppa Italia – ha dichiarato il portierone dei Diavoli. – Forse per questo una vittoria ancora più bella, ancor più voluta che ci ha portato a festeggiare per una settimana intera. Abbiamo avuto due grandi delusioni, soprattutto perché avevamo le partite in mano e le abbiamo perse per errori nostri, anche se bisogna naturalmente riconoscere i meriti del Milano che ci ha creduto fino in fondo. Per fortuna quel qualcosa in più che ci era mancato c’è stato nella parte finale, anche se resta un po’ di amarezza. In qualche modo queste sconfitte, pur buttandoci a terra, sono servite per crescere. Ma son state doppiamente dure da digerire visto come sono andate. E vincere lo scudetto è stata la vittoria più bella. C’era sicuramente pressione, eravamo un po’ con le spalle al muro perché dovevamo vincere, ma io ero sicuro si potesse fare. Era più un discorso mentale contro Milano, le capacità le avevamo, si trattava di passare al livello superiore, soprattutto di testa. E andare a Milano, essere sotto di due gol e ribaltare il risultato e vincere ha dimostrato il cambio di testa”.

– Quest’anno doveva essere l’anno dei Diavoli, ma non è andato tutto liscio.
“Come gruppo siamo cresciuti tantissimo e questo ha fatto la differenza. Abbiamo imparato da qualcosa che ha fatto molto male e il legame si è rinsaldato ancora di più. Nel corso della stagione ci sono stati dei cambiamenti non facili e quando mancano i risultati e non raggiungi gli obiettivi è dura. Il nostro gruppo ne è uscito più forte di prima. Per alcuni cambi mi è dispiaciuto, mi dispiace per esempio per Ale (Alessandro Corso che ha lasciato i Diavoli a fine gennaio) che ha fatto un buon lavoro, ma tutto è servito per renderci più forti. E un ottimo lavoro l’ha fatto poi Denis che si è inserito subito bene nel gruppo e con cui siamo arrivati alla vittoria. C’è sempre stato un bel gruppo a Vicenza, ma quest’anno forse ancora di più. La stagione è stata lunga, è iniziata presto, poi c’è stata la sosta per la nazionale, poi la Coppa Italia, tante situazioni, ma tutto è servito”.
– Con tuo fratello Nicola sei uno dei veterani nei Diavoli, come hai visto i nuovi arrivi?
“Benissimo. Con tutti si è instaurato un ottimo rapporto: Tobia lo conoscevo già, è un grande, con Hodge che non conoscevo mi sono trovato subito benissimo dentro e fuori dal campo. E’ veramente una bella persona, sempre disponibile ad ascoltare e dare consigli, è come parlare con un fratello. Anche Francesco e Lorenzo Campulla conoscevo bene, con Francesco ho giocato a Padova e sono stati due grandi arrivi, bravi in campo e fuori, sempre pronti ad ascoltare e ben inseriti nel gruppo. Sono due giocatori forti che ci hanno aiutato molto. E poi anche Laner, all’inizio non è stato subito disponibile per impegni di lavoro, ma poi è stato importante il suo apporto anche per gli allenamenti. Ma tutti hanno fatto la loro parte e tutti bene. Se c’è stato qualcosa se ne è sempre parlato e si è risolto subito e questo ha fatto la differenza. Quest’anno l’arma vincente è stato proprio il gruppo”.
– Dopo i fratelli Frigo anche i Campulla’s brothers, si è creata rivalità?
“C’è stato un ottimo rapporto fin da subito anche perché ci conosciamo tutti molto bene. Io sono cresciuto a Padova, poi è arrivato anche Nicola e quindi è stato facile ritrovarsi”.
– Si può parlare già di futuro? Cosa puoi dire?
“E’ molto presto. Se devo guardare alla prossima stagione il mio desiderio è di restare a Vicenza, qui mi sono sempre trovato molto bene con tutti e quindi, anche se richieste ci sono, sarebbe difficilissimo andare via. Intanto però devo pensare a rimettermi. Il 26 mi opero al menisco, che da gennaio si fa sentire, il 28 è il mio compleanno, poi penserò a recuperare e poi al resto”.
– E le vacanze?
“Penso saranno a settembre, ma vedremo anche con gli impegni dell’hockey, con la nuova stagione, con il calendario, con la data della Supercoppa. Vedremo”.

Un grosso in bocca al lupo al portiere biancorosso con l’augurio di rivedersi presto di nuovo in pista, naturalmente con la maglia dei Diavoli.

 

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